Domenico Lusetti

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Pontevico, 6 maggio 1908 - Brescia, 3 giugno 1971

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Artista, scultore

Terminate le scuole elementari, Domenico Lusetti lavorò nelle cave di Mazzano e di Botticino. Studiò poi a Brera e fu, sempre a Milano, allievo degli scultori Timo Bortolotti e Leone Lodi. Si dedicò dapprima all'approfondimento dei classici, staccandosene poi per indirizzarsi verso forme più libere e moderne.
Nel 1936 incomincia la carriera artistica con una mostra a Milano. Nel 1937 una sua scultura, "La nipotina", viene acquistata dalla Pinacoteca Tosio Martinengo. Nello stesso anno apre studio in via Bassiche e nel 1947 si trasferisce in uno studio in via Ferramola che, alla sua morte, viene trasformato in mostra permanente delle sue opere.
Nel 1938 è presente alla IX mostra sindacale di Milano, a quella di Villa Reale di Milano e sempre nel 1938 una sua opera, dal titolo "Giovannino", viene acquistata dalla Galleria d'arte moderna di Milano. A Sanremo nel 1938 espone un'opera in legno "Il Velocista" che sarà esposta poi a Roma e a Berlino (nel 1939), a Madrid (1940) e infine al Dopolavoro provinciale di Brescia nel 1941. In tale anno ha già all'attivo molte sculture.
L'intensa attività viene interrotta dalla chiamata alle armi e dalla lunga prigionia in lager tedeschi dal settembre 1943 al maggio 1945, esperienza di cui ha lasciato un vibrante diario.
Al ritorno, dopo un periodo di raccoglimento e di ripensamento, nel 1946 riprende una sempre più intensa attività che lo vede presente in numerose mostre a Milano, Suzzara, Londra, Trieste, Parma, Torino, Padova, Firenze, Pescara, Verona, Roma, Zurigo, Iglesias, Ancona, Bologna, Sora, Nola, Costanza e Berghenz (in Germania), S. Gallo in Svizzera, Tunisi, Genova, Cremona, Parigi.
Sue mostre personali vengono tenute a Brescia (1948, 1951, 1953, 1959, 1963, 1968), Gavardo (1956), Salò (1964), Milano (1966). Nel 1955 la Galleria permanente di arte sacra di Assisi acquista una terracotta raffigurante "San Francesco e il lebbroso"; nel 1963 la Raccolta Marzotti acquista l'opera "I Lottatori", analoga opera viene acquistata nel 1964 dalla Galleria d'arte moderna di Brescia. Suoi monumenti sono a San Polo di Brescia (ai caduti, 1946), a Palazzolo sull’Oglio (agli alpini, 1954), a Foresto Sparso in provincia di Bergamo (al colonnello Sora, 1956), a Rivoltella sul Garda (ai caduti, 1963), a Brescia (busto al poeta Canossi nei giardini del Castello, 1963), a Fausto Coppi allo stadio di Mompiano, 1965, a Papa Giovanni XXIII nella piazza omonima, 1965, al venerabile Pavoni nella chiesa dell'Immacolata, 1968), a Gavardo (al bersagliere, 1966), a Pontevico (a San Francesco, nelle scuole, 1966) ecc.
Numerose le sue opere di soggetto sacro come la Via Crucis nella chiesa di Comella (1949), a Brescia (nella chiesa della Pace, 1956, nel palazzo vescovile, 1957), statue della Madonna (Madonna della Pace, alta sei metri a Zanano, 1968, Madonna col Bambino nel caseificio Scala di Fiesse, Immacolata nella cappella del Seminario Nuovo, 1958).
Numerosi anche i suoi ritratti.
Domenico Lusetti fu anche valente medaglista.

Ultimo aggiornamento

12/11/2018, 08:00