Emanuele Severino

Dettagli della notizia

Descrizione breve
Brescia 26 febbraio 1929 - Brescia 17 gennaio 2020

Tempo di lettura:

6 min

Aree tematiche
Cittadini Illustri

Descrizione

Descrizione

​​

Emanuele Severino
(Brescia, 26 febbraio 1929 - 17 gennaio 2020)
Filosofo

Considerato dalla critica uno dei maggiori filosofi italiani del ‘900, è stato il maggior pensatore nella storia di Brescia. Ha condotto una critica serrata al pensiero dell’Occidente, secondo lui permeato di nichilismo, e al tempo stesso ha saputo divulgare a un pubblico ampio il suo pensiero impervio grazie a una ricca pubblicistica, anche presso editori non specialistici, e grazie alle pagine prima di Bresciaoggi e poi del Corriere della Sera, di cui è stato commentatore autorevole e ascoltato.
Figlio di Federico, militare di carriera originario di Mineo trasferitosi a Brescia, e di Emma Tanghetti originaria di Bovegno in Valtrompia, Severino aveva un fratello maggiore, Giuseppe, studente alla Normale di Università di Pisa entrato in contatto con la filosofia di Giovanni Gentile, morto prematuramente nel corso della Seconda Guerra Mondiale sul fronte francese. 
Emanuele Severino si è formato a Brescia, presso il collegio cittadino dei Gesuiti "Cesare Arici"; fin dalla prima adolescenza ha manifestato uno spiccato interesse per la matematica, la fisica, unito a quello per la composizione musicale. Dalla riflessione musicale passa a un interesse prevalente per la Filosofia, in particolare per le opere di Nietzsche e Schopenhauer. 
Nel 1950 si laurea a Pavia come alunno del Collegio Borromeo discutendo una tesi su Heidegger e la metafisica, sotto la supervisione di Gustavo Bontadini. L'anno successivo ottiene la libera docenza in filosofia teoretica. Dal 1954 al 1969 insegna Filosofia teoretica all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I libri pubblicati in quegli anni entrano in forte conflitto con la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica, suscitando vivaci discussioni all'interno dell'Università Cattolica e nella Congregazione per la dottrina della fede (l'ex Sant'Uffizio). Dopo un lungo e accurato esame (condotto da Cornelio Fabro) la Chiesa proclama ufficialmente nel 1969 l'insanabile opposizione tra il pensiero di Severino e il cristianesimo. 
Lasciata l'Università Cattolica, Severino viene chiamato all'Università Ca' Foscari Venezia, dove è tra i fondatori della Facoltà di lettere e filosofia nella quale hanno insegnato o insegnano alcuni dei suoi allievi (Umberto Galimberti, Carmelo Vigna, Luigi Ruggiu, Salvatore Natoli, Italo Valent). Dal 1970 è professore ordinario di Filosofia teoretica, dirige l'Istituto di filosofia (diventato poi Dipartimento di Filosofia e Teoria delle scienze e, oggi, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali) fino al 1989 e insegna anche logica, storia della filosofia moderna e contemporanea e sociologia. Nel 2005 l'Università Ca' Foscari Venezia lo proclama Professore emerito.
Ha insegnato Ontologia fondamentale presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano; è stato Accademico dei Lincei e Cavaliere di gran croce, inoltre ha collaborato dal 1975 al 2020 con il Corriere della Sera e dal 1974 per pochi anni con Bresciaoggi. 
È stato socio effettivo dell’Ateneo di Brescia dal 1968. Nel 1990 è stato insignito del Premio Brescianità. Il 23 dicembre 2015 il Consiglio comunale di Bovegno gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Per approfondire il suo pensiero ed estenderne la conoscenza è stata costituita Ases – Associazione Studi Emanuele Severino che ha al suo attivo convegni di caratura internazionale. 
Il suo pensiero è stato ammirato da colleghi, discepoli e avversari per il rigore logico e l’acutezza teoretica. La fama internazionale non l’ha mai indotto a lasciare Brescia dove – diceva – “mi trovo come nelle mie pantofole”. A Brescia lo legavano anche le amicizie con figure come Bruno Boni, mons. Enzo Giammancheri, Italo Valent. 
Il suo pensiero ruotava attorno all’affermazione dell’eternità di ogni ente e la conseguente denuncia del nichilismo del Pensiero Occidentale che ammette il divenire come passaggio dall’essere al niente. A partire da questi principi ha condotto una serrata analisi sul potere della Techne, la tecnica, anche in rapporto ad altri poteri (la Politica, l’Economia, la Religione), senza disdegnare analisi geopolitiche spesso risultate profetiche. Maestro del dialogo, ha condotto alle estreme conseguenze l’uso della confutazione e della contraddizione.
La sua abitazione, in via Calegari 15, per volontà dei figli Federico e Anna è stata destinata a casa-museo e a centro studi internazionale sotto il nome di Centro Casa Severino. 




Ultimo aggiornamento

04/11/2021, 13:33