Ottorino Marcolini

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Brescia, 9 marzo 1897 - 23 novembre 1978

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Ingegnere, sacerdote, fondatore di cooperative

Impossibile racchiudere la sua travolgente personalità e la sua incessante attività in qualche classificazione. Ottorino Marcolini nasce nel centro di Brescia alla fine dell’Ottocento e fin da bambino frequenta l’Oratorio della Pace, che diventa il fulcro della sua via. Studia alla Scuola tecnica Mompiani e all’Istituto tecnico Tartaglia. Nel 1914 si iscrive alla Facoltà di ingegneria dell’Università di Padova. Nell’ottobre del 1916 viene chiamato alla armi e nel maggio del 1917 viene inviato come sottotenente nella zona operativa della Carnia. Promosso tenente, si guadagna la Croce al merito di Guerra. Riprende gli studi di Ingegneria al Politecnico di Milano, dove si laurea con il massimo dei voti nel dicembre 1920. L’anno dopo è Direttore dell’Officina del Gas, che porta nell’ambito dell’Azienda Servizi Municipalizzati. Nel 1924 si laurea con pieni voti in Matematica all’Università di Padova. Negli stessi anni è particolarmente attivo nel movimento giovanile cattolico e matura la vocazione fino ad entrare nella Congregazione oratoriana della Pace.
Il 2 gennaio 1927 viene ordinato sacerdote, intanto si dedica all’insegnamento della matematica in numerose scuole cittadine, dal Liceo classico Arnaldo allo scientifico Calini, all’Itis Moretto, dal ginnasio delle Canossiane al Seminario vescovile. Per volere di don Giambattista Montini, diventa anche assistente della Fuci, la federazione degli universitari dell’Azione cattolica.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, chiede di partire come volontario ed è cappellano militare degli Alpini. Impegnato prima sul fronte Occidentale, poi trasferito in Sicilia come cappellano dell’Aviazione, nel 1942 parte con le Penne nere per la Campagna di Russia. Rientrato dopo la tremenda ritirata, l’8 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi e finisce nei lager di Hohenstein e poi di Muehlberg/Elbe. Rifiuta i vantaggi del suo ruolo e rimane con i soldati della truppa fino all’ottobre 1945.
Tornato a Brescia, riprende subito la sua attività tra i giovani: riorganizza la Fuci e la San Vincenzo e si dedica con fervore a trovare lavoro a reduci e ragazzi. Avvia scuole per muratori, e di riqualificazione per gli apprendisti dell’OM. Promuove la nascita dell’Ucid, l’Unione cattolica degli imprenditori e dei dirigenti. Organizza campi estivi con le Bim, le bande irregolari marcoliniane.
Profondamente convinto che lavoro, casa e famiglia siano le basi per una rinascita, progetta un piano per la costruzione di abitazioni popolari, dedicate alle categorie più in difficoltà e alle giovani coppie. Con tredici collaboratori fonda così la Cooperativa La Famiglia, che costruisce centinaia di villaggi nel Bresciano e migliaia in tutta Italia.
Dal 1965 al 1969 succede a padre Bevilacqua come parroco di Sant’Antonio, dove completa l’oratorio e costruisce l’asilo nido. Grande amico di Paolo VI, in contatto stretto con importanti personalità bresciane e italiane, resta sempre fedele alla sua vicinanza ai poveri e agli umili, che alla morte, avvenuta in seguito ad un incidente automobilistico, gli tributano onoranze solenni e commosse. 

Ultimo aggiornamento

13/11/2018, 07:40