Lino Monchieri

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Brescia, 19 febbraio 1922 - Brescia, 2 febbraio 2001

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Uomo di scuola, scrittore, testimone e storico della vicenda degli Internati militari della II guerra mondiale

Nato nella frazione cittadina di San Bartolomeo (dove il nonno aveva una fucina di fabbro) , cresciuto a Borgo Trento (il papà era operaio alla Om), Lino Monchieri ha manifestato fin da giovane le passioni che accompagneranno tutta la sua vita: l’educazione e la scrittura. Dopo le scuole superiori (istituto magistrale) frequenta il corso di laurea in Lingue straniere all’Università di Venezia, ma interrompe gli studi per la chiamata alle armi. L’armistizio dell’8 settembre del 1943 lo sorprende all’aeroporto di Padova, dove insieme a numerosi commilitoni viene fatto prigioniero e internato nei campi di lavoro in Germania. Rifiuta l’arruolamento nelle Forze armate della Rsi e torna in Italia solo dopo la fine della guerra, non senza aver maturato la convinzione che la sua esperienza meritasse d’essere fatta conoscere ai giovani, e che dalle vicende belliche emergesse la necessità di una nuova idea di Europa. In Italia riprende gli studi, si laurea in Pedagogia a Torino, chiamato da Vittorino Chizzolini collabora con l’Editrice La Scuola dove diventa redattore e direttore di riviste scolastiche, firma libri di testo e sussidiari, cura collane di narrativa, scrive saggi, romanzi, racconti, commedie. Fra le sue opere più importanti “Buongiorno Europa”, dedicato all’esperienza bellica e ai suoi esiti, e il “Diario di prigionia 1943-1945”. Parallelamente sviluppa il suo impegno didattico: è maestro elementare a Travagliato, poi dirigente scolastico, infine dirigente superiore per i servizi ispettivi del ministero della Pubblica istruzione. In contatto con i padri della Pace, in particolare con padre Ottorino Marcolini, è presidente di quella singolare forma di associazionismo giovanile che furono le Bim (Bande irregolari marcoliniane), occasione di crescita e svago per tanti giovani lavoratori. Il suo impegno socio-politico si esplica nelle Acli, quello civile e memorialistico nell’Anei (Associazione nazionale ex internati) di cui diviene consigliere nazionale e presidente della commissione Cultura. Dà vita alla collana “A futura memoria” che pubblica una trentina di titoli che diffondono la conoscenza delle vicende degli ex internati militari. Collabora alla creazione di un “Museo dell’internato ignoto” a Terranegra in provincia di Padova, istituisce il Fondo nazionale di documentazione “Vittorio Emanuele Giuntella” presso la Fondazione Luigi Micheletti. Un’attività vitale, poliedrica, inesauribile, sostenuta da un carattere espansivo e da una straordinaria vivacità intellettuale.
Lino Monchieri si spegne a Brescia il 2 febbraio del 2001.
Ultimo aggiornamento

26/10/2016, 10:16