Come si sviluppa ed i focolai larvali - Zanzara Tigre

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Zanzara tigre

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Come in tutte le specie simili, lo sviluppo della "zanzara tigre" passa attraverso quattro diversi stadi: uovo, larva, pupa, adulto.

Le uova vengono deposte in luoghi umidi, gli stadi larvali e di pupa sono acquatici, nello stadio adulto l'insetto è un volatore attivo.

Le uova vengono deposte dalle femmine in ambiente umido, solitamente al di sopra del pelo dell'acqua, facendole aderire singolarmente alle pareti di un contenitore o alla vegetazione eventualmente presente.

Per schiudersi devono essere sommerse dall'innalzamento del livello dell'acqua dovuto all'arrivo della prima pioggia, ma la schiusa è influenzata pure da diversi fattori climatici, come la durata delle ore di luce nell'arco della giornata e dalla temperatura  dell'ambiente di deposizione.

Durante la stagione estiva, generalmente le uova schiudono non appena vengono sommerse dall'acqua, mentre quelle di ultima generazione, deposte dalle femmine nel tardo autunno, sono in grado di ibernare in uno stato di diapausa embrionale indotta proprio dalla brevità delle ore di luce.

Le uova della "zanzara tigre", infatti, sono dotate di particolari caratteristiche che permettono loro di resistere al disseccamento e al freddo. In altre parole, possedendo la capacità di ritardare la schiusa anche di diversi mesi, esse sono in grado di superare non solo lunghi periodi senza acqua, ma anche i rigori invernali delle nostre latitudini, sopravvivendo anche a temperature di parecchi gradi sotto lo zero per poi schiudersi nella primavera successiva.

Questa caratteristica è alla base dell'eccezionale capacità diffusiva di questa zanzara, pessima volatrice da adulto, ma grande opportunista da uovo, che viaggia in tutto il mondo attraverso il trasporto passivo dovuto alle attività commerciali dell'uomo.

Le larve della "zanzara tigre" sono acquatiche e sono in grado di sfruttare raccolte d'acqua dolce temporanee e di esigua quantità, respirando attraverso un tubicino (sifone), che viene accostato alla superficie dell'acqua. Esse si nutrono di plancton e batteri. La larva si sviluppa attraverso quattro stadi di crescita separati fra loro da tre mute.

La quarta muta dell'ultimo stadio larvale porta a raggiungere lo stadio di pupa. Dovendo utilizzare acque temporanee e spesso di precaria presenza, il loro sviluppo, in condizioni climatiche ottimali, è di breve durata, variabile da 5 a 15 giorni, a seconda delle condizioni di temperatura.

La pupa è pure acquatica e molto mobile, il suo stadio è di breve durata, durante il quale l'insetto non si nutre. Dopo sole 48 ore, la parte dorsale accostata alla superficie dell'acqua si fende per permettere lo sfarfallamento dell'insetto adulto.

L'adulto, dopo circa 48 ore dallo sfarfallamento, è in grado di accoppiarsi. Subito dopo, la femmina ricerca un vertebrato per assumere il suo primo pasto di sangue, assolutamente necessario per la maturazione delle uova, mentre il maschio, esaurita la sua funzione riproduttiva, sopravvive solo per pochi giorni. L'intervallo di tempo tra il pasto di sangue e la deposizione delle uova può variare da 3 a 5 giorni ed ogni femmina, dopo un singolo pasto di sangue, può deporre fino a un centinaio di uova (ma generalmente ne vengono deposte meno, tra 40 e 80). La longevità della femmina è di circa 2-3 settimane.

I focolai larvali che più facilmente vengono utilizzati dalla "zanzara tigre" nell'ambiente urbano possono riguardare una vasta casistica di situazioni tipologiche e distributive. La distribuzione sul territorio è discontinua, tipicamente a macchia di leopardo, poiché dovuta alla casualità con cui possono essere presenti, a volte più diffusi e in altre più concentrati.

Per questo motivo, vi sono dei siti che, per la loro particolare vocazione a generare più facilmente focolai, si devono considerare luoghi a rischio.

Fra questi vi sono in primo luogo i depositi all'aperto di copertoni d'auto dei rigeneratori e dei gommisti, i luoghi di lavaggio e quelli di rottamazione degli autoveicoli, le officine meccaniche, i campi nomadi, gli insediamenti agricoli e della piccola industria, i vivai di piante, i cortili di carico e scarico dei supermercati, le discariche di materiali inerti, i cimiteri, le scuole.

Particolarmente diffusi sul  territorio sono invece tutte le caditoie, tombini, griglie, bocche di lupo, pozzetti e vasche di drenaggio delle acque di scolo esistenti lungo tutte le strade e le vie cittadine, oltre che nei giardini, negli orti e nei cortili delle aree private.

Attenzione a bidoni, vasche, barattoli, vasi di coccio, bacinelle, vaschette, catini, secchi, annaffiatoi, copertoni, latte, lattine, vasetti di vetro, bottiglie rotte, ciotole, sottovasi, vaschette di condensa dei condizionatori d'aria, giocattoli, pieghe e avvallamenti dei teli di plastica, ecc.

Ogni sorta di recipiente e manufatto abbandonato all'aperto, in grado di trattenere l'acqua piovana anche in quantità molto limitata (inferiore al mezzo litro), che inevitabilmente si trova in grande quantità negli spazi di pertinenza delle abitazioni nei quartieri residenziali, costituisce un potenziale focolaio, tanto più efficace, quanto più alto è lo stato di inutilizzo e di abbandono.

I sottovasi meritano una menzione particolare. Questi, infatti, vengono usati in abbondanza ovunque e, data la loro specifica funzione, si ritrovano ad essere pieni d'acqua dopo ogni operazione di annaffiatura dei vasi, cosa che avviene di solito ogni giorno.

Nel ricordare che, durante la stagione calda, il meccanismo che fa schiudere le uova della "zanzara tigre" è la loro sommersione dovuta all'innalzamento del livello dell'acqua e che tale schiusa avviene rapidamente, è bene sottolineare come non vi sia operazione più adatta dell'annaffiatura, e focolaio più adatto del sottovaso, per offrire quotidianamente alle zanzare l'opportunità di riprodursi.

Per la stessa ragione non sono meno importanti le situazioni di concentrazione che si creano in tutti i siti cimiteriali. La presenza di migliaia o di decine di migliaia di contenitori per fiori di ogni tipo esistenti nei cimiteri – direttamente esposti alla pioggia  o comunque mantenuti per ovvie ragioni pieni d'acqua anche quando situati al coperto – diventa un potentissimo richiamo per le zanzare e rende il cimitero stesso un luogo di "allevamento" e di diffusione di straordinaria efficacia.

Ultimo aggiornamento

11/09/2024, 11:17