Descrizione
Insegnante, pedagogista
Per oltre mezzo secolo Vittorino Chizzolini è stato operatore instancabile e punto di riferimento per il mondo della scuola e le organizzazioni di cultura e carità. Mite nei modi, tenace e determinato nelle opere.
Nasce a Brescia agli inizi del 1907, figlio di un fabbro originario di Casto, che aveva il suo laboratorio all’angolo tra via XX Settembre e via Ferramola. Fin dai primi anni comprende che l’insegnamento è la sua vocazione. Vuole diventare maestro e si diploma all’Istituto Veronica Gambara nel 1924. Dal 1925 al ’35 insegna in diverse scuole elementari della città: alla Stocchetta, a Sant’Eufemia e in centro. Chiede quindi un anno di aspettativa per ragioni di salute e all’insegnamento attivo non torna più perché mons. Angelo Zammarchi e don Peppino Tedeschi lo chiamano come redattore all’editrice La Scuola. Nel frattempo si è iscritto all’Istituto Superiore di Magistero dell’Università Cattolica di Milano e si è diplomato con il massimo dei voti e la lode in filosofia e pedagogia, nel dicembre 1931. Già di quegli anni sono la sua adesione all’Azione Cattolica e il suo impegno settimanale come volontario in visita alle carceri. Impegni ai quali resterà fedele tutta la vita.
Durante la guerra, la sua attività caritativa si amplia: delegato diocesano dell’Azione Cattolica, con il Gruppo della Charitas, ogni domenica organizza l’assistenza ai poveri e ai bisognosi. Nell’immediato dopoguerra, dedica grande impegno alla battaglia per la riforma degli studi magistrali. L’attenzione ai maestri e alla scuola elementare è il fulcro del suo impegno, nell’ambito delle pubblicazioni e delle riviste de La Scuola, ma anche nel dare vita a incontri, convegni e seminari che segnano momenti particolarmente significativi nel dibattito pedagogico italiano di quegli anni.
Alla morte del padre, prende la sua eredità, vi aggiunge tutti i diritti d’autore e i suoi beni e li destina all’iniziativa che La Scuola aveva avviato nel 1950, permettendo così nel 1957 la costituzione della Fondazione Giuseppe Tovini, che verrà eretta a Ente morale nel ’59. Riserva per sé solo lo stipendio che gli serve per vivere, comprare libri che regala, e fare carità nascosta. L'Istituto ideato per avviare agli studi i ragazzi poveri ma meritevoli, segue l’evolversi dei tempi, dedicandosi in particolare agli studenti delle Università sorte a Brescia. Chizzolini dedica tempo, impegno e intelligenza all’Opera e ai suoi universitari, mentre la Fondazione Tovini si apre anche a progetti internazionali.
Fino alla morte dedica tutte le sue forze al mondo della scuola e alle iniziative di carità.