Descrizione
Ingegnere, partigiano, parlamentare, presidente del Cai, medaglia di bronzo al valor militare
Fausto Samuele Quilleri, per tutti Sam, nasce a Crema da una famiglia di modeste condizioni economiche. Il padre diviene però impiegato della Banca Cattolica Perlasca e nel 1924 si trasferisce a Brescia. Sam Quilleri frequenta le scuole elementari e medie presso l’Istituto Cesare Arici; nel 1935 si iscrive al liceo-ginnasio Arnaldo dove consegue la maturità classica. Nel 1940 si iscrive alla facoltà di Ingegneria di Milano ma i suoi progetti vengono sconvolti della guerra: si arruola volontario e con alcuni compagni di liceo frequenta la Scuola centrale militare di alpinismo di Aosta. Sottotenente del 3° reggimento di Artiglieria alpina della Divisione “Julia”, parte per il fronte russo da cui torna con una ferita, avendo meritato una medaglia di bronzo al valor militare che gli verrà conferita nel 1953 per il comportamento nella battaglia di Don Schebekino, nella “balka” di Nikolajewka. Rientrato in Italia, contribuisce alla rinascita dei reparti della “Julia”, decimati sul fronte russo. L’armistizio dell’8 settembre 1943 lo sorprende mentre è impegnato a contrastare i partigiani di Tito con i militari della “Conegliano” sul confine friulano. Rientrato a Brescia, entra in contatto con le Fiamme verdi della divisione “Astolfo Lunardi”. E’ vicecomandante della Brigata X Giornate, prima a fianco di Teresio Olivelli (fino al marzo 1944) e poi di Sandro Molinari fino alla Liberazione; in questa veste è ufficiale di collegamento fra le brigate partigiane, il Cln bresciano e gli alleati. Collabora con i servizi segreti americani (l’Oss, Office of Strategic Services) in particolare per la cattura di esponenti nazifascisti e per il disarmo delle formazioni partigiane dopo la fine del conflitto. La sua attività durante il secondo conflitto mondiale gli fa meritare la Croce di guerra al merito e il certificato di patriota conferito dai governi alleati. L’impegno politico di Quilleri inizia subito dopo la guerra, all’interno della Federazione liberale bresciana. Rifiuta una candidatura nelle fila della Dc per l’elezione del consiglio comunale e preferisce dedicarsi al completamento degli studi di Ingegneria. Non rifugge però da un impegno diretto nella vicenda del referendum istituzionale dove si schiera apertamente per la monarchia, anche attraverso il settimanale “Plebiscito” di ispirazione liberal-cattolica. Dopo la laurea, a partire dal 1948 sviluppa il suo impegno politico nelle fila del Partito liberale italiano per il quale è consigliere comunale dal 1960 al 1980 e dal 1985 al 1990. Dopo quattro candidature infruttuose al parlamento italiano viene eletto deputato nel 1968 e nel 1972. Durante la seconda legislatura è capogruppo del Pli alla Camera. Si occupa di temi tecnici, legati alla sua professione di ingegnere, ma fra le sue prime iniziative parlamentari c’è anche la richiesta al Governo di adoperarsi per il rientro delle salme degli caduti in Russia. All’impegno politico, in cui porta la sua inconfondibile carica umana e una inflessibile difesa dei principi di libertà, affianca quello più squisitamente sociale: è presidente del Club alpino italiano di Brescia dal 1973 al 1990, presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Brescia dal 1976 al 1992, presidente del Rotary Brescia nel 1966-67 e nel 1967-68. E’ stato anche presidente del Consorzio universitario bresciano, della Fondazione bresciana per la ricerca scientifica, del Centro per la ricerca per la miodistrofia muscolare, del Consorzio per la promozione della realizzazione dell’aeroporto di Montichiari.
Dopo una vita intensa, ricca di impegni in campo politico, professionale e civile, Sam Quilleri si è spento a Brescia il 7 gennaio 2001.