Descrizione
Uomo di banca, impresa e cultura
Banca, impresa e cultura sono i tre ambiti di attività, le passioni pubbliche, i terreni che hanno visto l’impegno di Alberto Folonari, discendente di una dinastia di imprenditori che ha segnato un lungo tratto di storia economica e civile bresciana e nazionale.
Alberto Folonari, il minore dei figli maschi di Giovanni (i maggiori sono Italo e Ambrogio) entra in azienda, alla Ruffino, dopo la laurea in Scienze agrarie conseguita nel 1965 alla Statale di Milano. All’inizio si occupa degli accordi commerciali con marchi stranieri. Dopo la morte del padre Giovanni, avvenuta nel 1979, iniziò l’impegno nel Credito Agrario Bresciano preceduto (dal ’75 al ’79) da un’esperienza come consigliere censore nella filiale di Brescia della Banca d’Italia. Folonari è stato membro del Cda e vicepresidente del Cab, poi vicepresidente di Banca Lombarda e del Banco di Brescia, infine vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Ubi Banca. È stato anche consigliere dell’Editoriale Bresciana Spa e del Centro stampa quotidiani Spa nonché consigliere della Fondazione iniziative zooprofilattiche e zootecniche (dal 1995), mentre l’attenzione alle attività filantropiche è stata rappresentata dal ruolo di consigliere della Fondazione Guido e Angela Folonari (dal 1980). Sposato con la signora Marita D’Amelio da cui ha avuto tre figli - Ambra, Guido e Italo - ha sviluppato un vasto impegno in ambito culturale: è stato presidente regionale del Fai dal ’90 al ’93 mentre nella Fondazione Cab – Istituto di cultura Giovanni Folonari ha ricoperto dall’85 il ruolo di consigliere e dal ’93 quello di presidente. La presidenza Alberto Folonari ha impresso alla Fondazione una svolta, passando da una pluralità di iniziative a un impegno concentrato sul recupero di Santa Giulia e successivamente sulla promozione di un ciclo di Grandi mostre che hanno aperto Brescia a una notorietà nazionale come città d’arte. Nel 1999 viene inaugurato il Museo della città e viene sostenuta la mostra “I doni del sole”. Ma è con l’anno 2000, e la mostra “Il futuro dei longobardi”, che inizia il ciclo delle grandi mostre storico-artistiche, secondo una sinergia pubblico-privato che merita il premio nazionale Federculture. Nel 2001 tocca a “Bizantini, Croati, Carolingi. Alba e tramonto di regni e imperi”, nel 2002 alla mostra sul Foppa. Non conoscono sosta, nel frattempo, gli interventi su Santa Giulia con il restauro del coro delle Monache, la musealizzazione delle Domus dell’Ortaglia e del Viridarium. Nel 2004 c’è la svolta, attraverso l’accordo con Marco Goldin e Linea d’ombra, che porta alla realizzazione del ciclo di mostre “Brescia, lo splendore dell’arte”. Contemporaneamente sono proseguiti gli interventi strutturali su Santa Giulia sostenuti dalla Fondazione Cab guidata da Alberto Folonari, come la climatizzazione degli ambienti destinati alle esposizioni. Sempre sotto la presidenza di Folonari la Fondazione Cab ha infine assunto l’impegno a procedere al restauro strutturale di Santa Maria della Carità, la splendida chiesa barocca che si affaccia in via Musei. In tutte queste iniziative Alberto Folonari ha impresso la sua inconfondibile guida manageriale, la sua passione per Brescia, il suo gusto per il bello.