Descrizione
Nel 1797 dichiarata Biblioteca nazionale dal Governo provvisorio, si arricchì di fondi provenienti dalle biblioteche dei conventi soppressi.
Tornata comunale all'inizio del secolo scorso, vi confluirono in seguito vari legati privati (Martinengo da Barco, Carboni, Lechi, Dandolo, Gussago-Ducos, Di Rosa, Zanardelli, Fe' d'Ostiani, ecc.) nonché ulteriori fondi di monasteri soppressi.
Recentemente ha ricevuto anche le librerie private, ricche di materiale documentario, dei due storici ecclesiastici locali don A.Sina e mons.Paolo Guerrini.
La biblioteca ha carattere generale e comprende un'interessante sezione storica dedicata al Risorgimento, una sezione artistica e una di studi locali.
Nella ricostruzione seguita al bombardamento del 13 luglio 1944, che aveva distrutto parte delle sale e delle collezioni, la biblioteca ha avuto una nuova sistemazione, con la riapertura al pubblico del salone di lettura e di tre salette di studio e consultazione nella monumentale ala settecentesca costruita dal Marchetti.
La costruzione comprende uno scalone e un atrio dove, tra affreschi dell'Albrizzi e dello Scotti, figura il busto del fondatore, scolpito da A. Callegari, autore, insieme con il Ferretti delle statue del coronamento marmoreo del palazzo settecentesco. In altre ali dell'edificio, aggiunte nel secolo scorso per conto del Comune di Brescia, hanno sede la direzione, gli uffici, la sala dei cataloghi e i depositi.
Tra i manoscritti, quasi tutti latini e italiani in parte riccamente miniati, sono degni di particolare menzione l'evangeliario purpureo del IX secolo, le concordanze evangeliche di Eusebio del X secolo, frammenti di San Cipriano del V secolo, un salterio inglese miniato del XIII secolo, un evangeliario greco del X secolo, nonché una raccolta di fascicoli del Corano risalenti al secolo XV.
Notevole la collezione degli incunaboli e delle cinquecentine, specialmente bresciane e benacensi di cui alcune in esemplare unico conosciuto. Ricordiamo la Divina Commedia del Bonini con xilografie a piena pagina e il"Burato" o "Libro de rechami" stampato a Toscolano dal Paganini. Molto interessante una copia dell'edizione principe del Canzoniere del Petrarca riccamente miniato.
Il palazzo vescovile forma un unico complesso con la biblioteca con la quale, diviso solo da una cancellata del 1737, ha in comune un giardino che si affaccia sulla piazzetta Vescovado con al centro una fontana con vasca polilobata allineata con l’altra fontana del XVIII secolo posta sotto il portico della biblioteca Queriniana, adiacente a via Cattaneo, composta da due vasche rettangolari, una per abbeveratoio, l’altra lavatoio.
Il palazzo, caratterizzato da un monumentale portale classico di ordine tuscanico, fu edificato nel XV secolo; modificato e ricostruito più volte, deve il suo stile massiccio e semplice agli interventi di Pier Maria Bagnadore e di Giovanni Maria Piantavigna.