Temi |
Descrizioni |
Famiglia |
Corylaceae |
Nome scientifico |
Ostrya carpinifolia |
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Albero alto anche 15-20 m (o talvolta arbusto), tronco diritto e regolare, chioma raccolta, allungata e leggermente conica. Foglie di forma ovale, acuminate all'apice, doppiamente dentate lungo i margini. |
Crescita e longevità |
Ha un rapido ritmo di accrescimento. |
Legno |
Colore bianco roseo, duro e resistente, ricercato dagli intagliatori. |
Ecologia |
Frugale, colonizza le stazioni denudate e le radure. |
Fiori |
Maschili (amenti) lunghi 4-8 cm, penduli e riuniti in gruppetti di 2-3; femminili piu' corti e tozzi; fioritura in aprile-maggio, prima delle foglie. |
Frutti |
Piccoli acheni lisci e lucidi, racchiusi in una specie di vescichetta bianco-giallognola, membranosa.
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Propagazione |
Si semina in vivaio durante l'autunno; si diradano poi le piantine e si allevano per 3-4 anni prima di metterle a dimora |
Interesse |
Coltivato da lungo tempo (è' elencato nel catalogo di un vivaista inglese del 1724, ma ne parla gia' Teofrasto), il carpino nero si presta ad ornare parchi e giardini, anche sotto forma di siepi, ed e' ottimo pure per alberature stradali. |
Distribuzione |
Comune soprattutto lungo le pendici delle Alpi: componente tipico della vegetazione delle vallate riparate e calde. Popola i radi querceti di roveri, farnie, roverelle, ma puo' associarsi anche al faggio e all' orniello, spingendosi fino a 1.500-1.600 m di altitudine. Vegeta rigoglioso sulle colline brulle o ricoperte da scarsa vegetazione e puo' scendere anche nelle zone piu' decisamente pianeggianti. |
Impieghi
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Si impiega per graticciate, palizzate, piccoli oggetti; apprezzato soprattutto come combustibile. Le foglie in alcune zone sono usate nell' alimentazione del bestiame. |
Curiosità |
Veniva utilizzato per la fabbricazione di spolette per tessitura e di bottoni. |